Fine dell’anno
Tempo di raccolta: risponderà alle nostre aspettative?
La fine dell’anno per le insegnanti e gli insegnanti è il momento della raccolta.
Se vogliamo fare un paragone poetico, possiamo pensare al grano. In autunno il seme, a giugno la spiga.
A settembre accogliamo le nostre alunne e i nostri alunni per un nuovo percorso di semina, li affianchiamo, stimoliamo la loro curiosità e i loro pensieri. Mettiamo in atto strategie affinché crescano nel sapere, nella consapevolezza, nelle competenze.
Durante l’anno ci fermiamo per verificare se la crescita procede con regolarità, se dobbiamo modificare qualche passaggio o innaffiare di più.
Ora siamo qui a chiederci: come sarà questa raccolta? Risponderà alle nostre aspettative?
Non è detto. Le variabili che incidono sui risultati sono tantissime: le bambine e i bambini sono tutti diversi per attitudine, temperamento, storia, retroterra familiare e sociale.
Dunque, la prima cosa che dico sempre quando parlo alle giovani colleghe o colleghi, bando agli stati d’animo negativi o alle colpevolizzazioni.
Nessuno di noi è perfetto, ogni scelta che abbiamo operato è stata oggetto di riflessione e ponderata con cura. Tuttavia, può essere che alcune cose abbiano funzionato meno di altre, l’importante è riuscire a metterle a fuoco per modificare il tiro.
Come? Direte voi. Ad esempio, utilizzando una metaforica cartina di tornasole.
Se in una classe di 22 bambini e bambine, almeno 18 dimostrano di aver capito l’argomento, significa che il mio intervento ha avuto una buona efficacia.
In questo caso l’obiettivo sarà ristrutturare il percorso con i 4 bambini che hanno avuto risultati negativi, proponendo attività e prospettive diverse, facendo in modo che colmino il divario che li separa dall’acquisizione della competenza. Tenendo sempre bene a mente che esistono LIVELLI differenti e che le richieste vanno tarate sul singolo bambino o bambina e sulle sue difficoltà.
Se il rapporto è invertito e sono solo 4 i bambini che hanno raggiunto l’obiettivo prefissato allora significa che è l’insegnante ad avere sbagliato l’approccio.
Soprattutto in questo caso, bando allo scoramento. I riscontri servono proprio per farci aggiustare il tiro. L’apprendimento nella Primaria si situa su una spirale, gli argomenti si ripropongono più volte, in modalità via via più complessa.
Se un anno ci sembra lungo, cinque anni sono quasi una vita per la nostra classe. Dunque, c’è tempo per ogni cosa. Credetemi, ve lo dice una che di turni ne ha visti più di uno…
E, mi raccomando, tenete sempre bene a mente il mio mantra: “i bambini sono come i fiori, fioriscono quando è ora”.
Buona fine dell’anno scolastico!
Flavia Franco
Insegnante di scuola primaria, tutor di scienze della formazione primaria, autrice di testi ministeriali e di narrativa, formatrice esperta di didattica della letto-scrittura, giornalista, blogger.