Le skills del futuro: il ruolo della formazione
Trattare di soft skills vuol dire guardare al sistema formativo collocato in contesti ampi, nazionali ed europei, che superano la dimensione dell’azione didattica del singolo istituto scolastico. Proprio le raccomandazioni del Consiglio dell’Unione Europea chiedono alla scuola di favorire la maturazione della personalità dei ragazzi in vista di un loro futuro produttivo e creativo. Le ragioni di una apertura al territorio, di una programmazione partecipata considerano lo sviluppo delle competenze trasversali come asse fondamentale per la realizzazione personale e per avere un ruolo attivo nella società, attraverso un apprendimento incentrato verso attitudini e abilità utili per la vita.
Si tratta di lavorare su attitudini personali e competenze trasversali attraverso un apprendimento permanente, fondamentale per la realizzazione individuale, l’inclusione sociale, uno stile di vita sostenibile, una cittadinanza attiva. La terminologia riguardante le skills presenta una gamma ampia di riferimenti, spesso utilizzati come sinonimi. Si parla di General Skills (abilità generali), Basic Skills (abilità di base), Essential Skills (abilità essenziali), Life Skills (abilità di vita).
Il disagio, l’ansia, la pressione che comportano la valutazione e la possibilità di prestazioni in linea con le attese dei contesti scolastici e familiari, possono trovare una risposta proprio in quelle Skill cha aiutano gli studenti a migliorare la vita e il benessere psico sociale.
Tra le life skills rientrano la comunicazione efficace, la gestione delle emozioni, la capacità di prendere decisioni. L’asse di riferimento è dato dalla salute in senso ampio, intesa come consapevolezza di sé e orientamento al futuro, come possibilità di affrontare le sfide della quotidianità e l’essere capaci di definire orizzonti significativi. L’OMS riconosce la priorità di competenze che possono essere raggruppate secondo tre aree. In quella emotiva rientrano la consapevolezza di sé, la gestione delle emozioni e la gestione dello stress. In quella di tipo relazionale si ritrovano l’empatia, la comunicazione efficace e le relazioni positive. Dell’area cognitiva fanno parte la capacità di risolvere problemi, il pensiero critico e la creatività.
Volendo differenziare si può trattare delle life skills come possibilità di migliorare la propria vita nella direzione di una accresciuta consapevolezza, mentre le soft skills si riferiscono alle abilità sociali e comportamentali, come la capacità di lavorare in team.
A scuola diventano così obiettivi fondamentali lo sviluppo della creatività, la tensione a un sempre maggiore equilibrio, la tolleranza come gestione dello stress, la capacità di prendere decisioni e di negoziare. Un elenco possibile delle soft skill mette al primo posto l’autonomia, come capacità di risolvere compiti assegnati, la fiducia in se stessi, l’adattabilità a nuove situazioni, il problem solving, lo spirito d’iniziativa e la capacità di gestire le informazioni.
I cittadini del futuro di quali capacità dovranno innanzitutto essere dotati? Quale incidenza avrà nella formazione lo scenario dei cambiamenti nel modo del lavoro? Le ricerche dicono che nel 2030 i giovani faranno un lavoro che non esiste ancora. Non siamo in grado di prevedere le competenze di cui le persone avranno bisogno nei prossimi decenni. La psicologia e le neuroscienze indicano come fondamentale la flessibilità cognitiva, la capacità di adattarsi a nuovi compiti per cambiare strategie di pensiero in risposta a nuove situazioni. Spetta alla scuola esercitare questa competenza in ogni curriculum formativo, rispettando le esigenze e l’età degli alunni.
Le ricerche di settore individuano l’ambito delle abilità digitali come settore di competenze richiesta a partire dalla formazione di base per l’importanza dell’utilizzo del computer e delle tecnologie dell’informazione ma, al tempo stesso, emerge la necessità di lavorare su strategie di apprendimento che permettano di affrontare problemi inediti, legati in prospettiva all’intelligenza artificiale, con capacità di analisi e creative. Tra le competenze ritenute fondamentali uno spazio significativo ha assunto la resilienza come strategia e skill che le situazioni difficili e i cambiamenti della vita pongono agli individui per far fronte a crisi e difficoltà. Si tratta di una capacità dinamica che spinge a riorganizzare il proprio vissuto in maniera positiva, in risposta alle emergenze che la vita presenta, nei vari aspetti di problematicità e imprevedibilità, nei confronti di se stessi, degli altri, del mondo. In un orizzonte con sempre nuove competenze, resta fermo che scuola e famiglia sono garanti e responsabili di preparare il futuro nella consapevolezza dell’importanza di tre direzioni che vanno considerate struttura portante della formazione: l’inclusione sociale, l’empatia, il rispetto dei valori umani.
Mirella Mazzarini
Presidente dell'Unicef Marche ed ex dirigente scolastica. Da anni è impegnata nel campo del volontariato e della pedagogia.