Che è successo alla pagella?
Una riflessione tra insegnanti e una proposta per i bambini
In questi giorni è straripato sui social, nelle comunità legate alla Scuola, il dibattito legato al nuovo sistema di valutazione previsto dalle disposizioni relative alla disciplina del primo ciclo di istruzione (art. 26 D. Lgs. 62/17) con le novità introdotte dall’Ordinanza ministeriale n°172 del 4 dicembre 2020.
L’idea di eliminare il voto numerico incontra da tempo il favore degli insegnanti della Primaria, stanchi di dover comprimere in un numero la complessità dell’apprendimento, dei progressi, delle relazioni, delle peculiarità di ciascun bambino. Dunque tutti d’accordo, se non fosse che le tempistiche cui sono stati costretti hanno reso la transizione insensata, affannosa e incoerente.
Da settembre a gennaio gli insegnanti hanno operato nella direzione consueta, buona o meno buona che fosse, per ritrovarsi a gennaio a dover stravolgere il loro punto di vista. Se fino a quel momento, verifiche e attività osservative avevano fatto riferimento a un determinato criterio, ora, in fretta e furia diventava necessario rimodulare il tutto in altra veste, in altro criterio.
Ricadrà sulle spalle dei docenti anche l’onore di spiegare il nuovo sistema ai genitori, che, basiti, invece dei voti che si vedevano sui quaderni fino al giorno prima, troveranno obiettivi e livelli.
Il Ministero ha proposto alcuni webinar “finalizzati ad accompagnare le scuole nella transizione verso le nuove modalità di espressione del giudizio descrittivo degli apprendimenti nella valutazione periodica e finale”. Moltissimi docenti hanno aderito, ben consapevoli che non sarebbero stati sufficienti per accompagnare un mutamento profondo che richiede anche un cambio di paradigma didattico-metodologico nel quale la didattica per competenze e l’autovalutazione diventano momenti fondamentali.
Molte maestre di buona volontà hanno cercato di tradurre per i bambini il significato dei livelli che troveranno in luogo dei voti. La mancanza di tempo e dunque di una formazione idonea, ha indotto a paragonarli alla crescita di un fiore, incappando in un errore di fondo: la valutazione per livelli non si riferisce al bambino ma alla sua performance. Pertanto, può succedere che Pierino sia ad un livello “adeguato” nel calcolo ma “in via di acquisizione” per quanto riguarda la risoluzione di problemi matematici, che sia ad un livello “idoneo” nello scrivere il contenuto di un testo scritto ma “in via di acquisizione” per quanto riguarda l’ortografia. Che il più bravo della classe abbia un livello “in via di acquisizione” in geografia perché non ha ancora compreso come ci si orienta muovendosi con una cartina. E potrei continuare. La crescita del fiore non è corretta perché fa riferimento al bambino e non ai traguardi che progressivamente raggiunge, tornando ad evocare l’idea di quello che erano i voti: sei sbocciato? 10!
I bambini, secondo il mio punto di vista, sono persone in divenire, esseri senziente e pensanti in grado di comprendere le cose che li riguardano senza che necessariamente debbano essere edulcorate. Dunque ho voluto sperimentarmi anche io e creare una “traduzione” per loro che trovate di seguito:
E voi cosa ne pensate? Mi piacerebbe si aprisse un dibattito su questo tema!