Conosciamo il pittore Raffaello Sanzio attraverso le sue opere: Autoritratto
In questo periodo di grande richiamo mediatico sulla vita e sull’ opera di Raffaello Sanzio, viene da chiedersi se conosciamo davvero Raffaello, il sommo pittore.
Spesso tale conoscenza è legata agli studi scolastici o fa riferimento a Urbino, la città che gli diede i natali, oppure è legata a un quadro che ha suscitato la nostra ammirazione e di cui conserviamo il ricordo.
Il 2020, con le celebrazioni per i cinquecento anni della sua morte, una serie di eventi, soprattutto grandi mostre, rinnovano l’interesse verso il genio del rinascimento e muovono il desiderio di approfondire la conoscenza della sua vasta produzione per riscoprirne il valore.
Possiamo scegliere di soffermarci su Raffaello architetto o di seguire la sua evoluzione artistica tra Urbino, l’Umbria, Firenze e Roma, possiamo avvicinarci ai grandi ritratti o ad opere molto note, come La Scuola di Atene, lo Sposalizio della Vergine o il Trionfo di Galatea.
In questo articolo vogliamo avvicinarci al pittore seguendo la sua stessa rappresentazione nelle opere.
L’immagine di Raffaello più conosciuta è quella che possiamo osservare nell’Autoritratto, realizzato all’inizio del Cinquecento, esposto nella Galleria degli Uffizi a Firenze.
L’identità di Raffaello, quale conosciamo in questo dipinto, è stata accettata grazie a controlli e studi riferiti a tutta la sua produzione.
Il volto dell’artista è rivolto verso lo spettatore, il busto è leggermente girato. I capelli sono lunghi, come in altre raffigurazioni dell’urbinate, il viso ovale, giovane, con un'espressione composta, laconica. L’abito scuro, elegante e il berretto nero sono tipici dei pittori dell’epoca i cui visse Raffaello.
La dolcezza espressa dal volto è parte essenziale della creazione del mito di Raffaello.
Raffaello, Autoritratto, 1506-1508, Gallerie degli Uffizi
Il pittore è rappresentato in diverse opere, e l’immagine simile: è lo stesso nell'autoritratto di Raffaello presente nell’affresco della Scuola di Atene in Vaticano, nell’Autoritratto con un amico conservato al Louvre, nell’immagine dipinta nell’affresco La Cacciata di Eliodoro nella Stanza di Eliodoro in Vaticano.
La Scuola di Atene nella Stanza della Segnatura in Vaticano – Raffaello si è collocato sul lato destro accanto a Sodoma, uno degli artisti che hanno collaborato con lui alla decorazione delle Stanze per il papa Giulio II.
L’Autoritratto con un amico, conservato al Louvre, è un dipinto a olio su tela (99x83 cm) di Raffaello Sanzio, databile al 1518-1520 circa – Raffaello si ritrae insieme ad un amico, forse il maestro di scherma, mentre gli appoggia una mano sulla spalla.
In questa opera si è affascinati da entrambi i volti e dagli interrogativi sull’identità del giovane sulla cui spalla Raffaello poggia la mano. La spada riporta al maestro di scherma ma c’è anche chi ha pensato a Giulio Romano, uno degli allievi prediletti di Raffaello. Così si può supporre che il Sommo maestro designi il valore del suo apprendista, appoggiando la mano sulla sua spalla. Altre ipotesi considerate hanno riguardato un eventuale committente che si volge verso Raffaello mentre tende in avanti la mano, quasi a presentarsi ufficialmente all’osservatore.
La Cacciata di Eliodoro dal tempio è un affresco di Raffaello e aiuti, databile al 1511-1512 (500×750 cm) e situato nella Stanza di Eliodoro, una delle Stanze Vaticane. Raffaello si trova vicino al Papa, a sinistra della scena.
La sala fu adibita, per volere di Giulio II, alle udienze private che il pontefice accordava alle massime autorità politiche, religiose, diplomatiche. L’affresco ha una valenza politica, volta a illustrare la protezione accordata da Dio alla Chiesa. Eliodoro infatti era un ministro del re di Siria, con la missione di profanare il tempio di Gerusalemme, rappresentato come la Basilica di San Pietro.
I due sediari del Papa hanno rispettivamente, quello di sinistra, i tratti di Marcantonio Raimondi, incisore e amico di Raffaello, mentre quello di destra di Raffaello
In questo lavoro si può notare il forte influsso delle tecniche michelangiolesche nello stile di Raffaello, con colori smaglianti e decisi, in un ritmo compositivo coinvolgente e vorticoso.
Ritratti di un maestro e del suo allievo genio.
L’ accostamento tra i ritratti del PERUGINO e di RAFFAELLO è molto interessante.
"Autoritratto" è un affresco autografo di Pietro Vannucci detto il Perugino, appartenente al ciclo dell’ “Ornamentazione del Cambio”, realizzato nel 1500, misura 40 x 30,5 cm. ed è custodito nel collegio del Cambio a Perugia.
L’Autoritratto di Raffaello costituisce un esempio eccellente nella storia dell’arte, in cui il pittore usa se stesso come modello, ma non un esempio isolato basti pensare alle realizzazioni di Rembrandt, Durer, Van Gogh.
L'autoritratto è un dipinto a olio su tela (65x54 cm) realizzato nel 1889 dal pittore Vincent Van Gogh. È conservato nel Museo d'Orsay di Parigi.
Nell’epoca moderna…
L’autoritratto diventerà popolare con lo sviluppo della fotografia, a partire dalla fine dell’800.
E oggi?
Oggi, nell’era digitale, l’autoritratto fotografico ha assunto una tipologia di stili tutta nuova ed è diventato fenomeno di massa, a livello globale, con la pratica dei selfie.
Forse questo accostamento può farci sorridere, ma certamente possiamo trovare alcune analogie.
L' "Autoritratto con un amico", ha ad esempio tutte le caratteristiche per essere una foto scattata con il cellulare, ovvero per essere un selfie “rinascimentale”!
Questo il logo grafico che abbiamo creato per celebrare la figura dell'illustre artista e il profondo legame con la nostra casa editrice.